Intervista a Massimiliano Maiucchi: magici mondi da scoprire tra note e filastrocche

prati miucchiMassimiliano Maiucchi è clown, animatore, cantautore, scrittore, burattinaio e artista di strada ma soprattutto è uno straordinario sognatore: la sua frase preferita è “sono un clown e faccio collezione di attimi” (Opinioni di un clown, Heinrich Böll).

Questo è un artista con la “a” maiuscola, proprio come quelli che popolano il nostro immaginario e che spereremmo di trovare andando a vedere uno spettacolo divertente: sa fare tantissime cose e riesce a cogliere di sorpresa con simpatia e intelligenza adulti e bambini trasportandoli in una dimensione di gioco e appagante divertimento.  Da oltre trent’anni diverte bambini e adulti con la lettura, le storie, gli spettacoli, le canzoni e soprattutto con le filastrocche.

Nella sua formazione, oltre a molti altri corsi, un diploma di maturità artistica e un altro conseguito presso la scuola di Teatro Popolare di Fiorenzo Fiorentini al centro studi “Ettore Petrolini” di Roma. Socio-fondatore dell’associazione il Flauto Magico con la quale si è esibito e si esibisce regolarmente al teatro Verde di Roma.

Personaggio eccezionale che trae ispirazione da Gianni Rodari (e molti altri) per scrivere e leggere storie ai bambini facendo spettacolo con l’aiuto di oggetti, libroni e pupazzi e educando al piacere di leggere con un metodo efficace, esperto e divertente.

Consapevole della magia evocata dalle parole ne è diventato maestro in grado di suscitare in chi lo ascolta la fantasia e il confronto aiutando così i piccoli a crescere con la gioia di giocare e imparare.

Su Massimiliano Maiucchi si potrebbero dire tantissime cose ma niente sarebbe efficace come vederlo personalmente dal vivo o in qualcuno dei divertentissimi video disponibili su you tube.  Tanti i titoli delle opere pubblicate: Tana Libera Tutti, Casa Cos’è, Filastrocche da vestire, Filastrocche da lavare, Facciamo un gioco, Filastrocche a bocca piena, Emozioni per giocare, Tralestelle e trallallà, Un naso tutto rosso, Filastrocca a colori, Il bruco sognatore, La Musicastrocca, Animali in quattro rime.

Non perdetevi una visita al suo sito personale https://massimilianomaiucchi.wordpress.com/

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Cosa ti piace raccontare di te per presentarti a tutti quelli che non ti conoscono?

MI PRESENTO IN FILASTROCCA

Mi chiamo Maiucchi Massimiliano,
tifo Juventus ma sono romano.
Sono il secondo di quattro fratelli
e sono cresciuto in Via Pilo Albertelli.
Mi piace viaggiare, mangiare e ballare,
ma soprattutto mi piace giocare.
Ho cinquantatré anni compiuti a metà,
mi chiamano Jully ed eccomi qua.
Ti esprimi sostanzialmente in filastrocche, come è nata questa passione?
La passione per le filastrocche è nata grazie a mia nonna che ne sapeva tantissime, una per ogni occasione e poi leggendo le filastrocche di Gianni Rodari,
che è stato il maestro di “grammatica della fantasia” che ho spesso applicato alla mia scrittura.
Con il tuo lavoro hai a che fare soprattutto con bambini e tu che tipo di bambino eri?
Da bambino ero molto amato dai compagni ed ero molto giocoso, collezionavo figurine, Play Mobil e  animali.
Come partecipano i bambini ai tuoi spettacoli?
I bambini sono parte integrante dei miei spettacoli, sono chiamati a partecipare continuamente, sia mimando le filastrocche e sia con domande.
Bisogna saper passare la palla ai bambini e riprenderla quando è il momento, per non perdere il ritmo dello spettacolo, che è quello che determina l’attenzione e la partecipazione del pubblico.
maiucchi
Ti piace di più lavorare all’interno o in strada?
Lavorare all’interno determina una struttura e un’ attenzione allo spazio molto importante. Le sedie vanno posizionate nel modo giusto quando si lavora con i bambini.
L’ordine è alla base della riuscita dello spettacolo. Lavorare in piazza o ai giardini pubblici, ha il fascino dell’imprevedibilità, anche se anche all’aperto ci sono regole sceniche da rispettare.
Nella tua carriera avrai animato migliaia di feste: ci sono stati episodi simpatici o situazioni complicate durante le animazioni che ti sono accaduti e che puoi raccontare?
Un episodio divertente è stato quando ad una festa di bambini molto piccoli, in un circolo molto elegante, la festeggiata ha ricevuto in regalo uno scivolo e tutti gli invitati si sono messi in fila per salire e scendere.
Al quarto giro, le mamme si sono accorte che tutti i bambini erano sporchi di cacca e tra le risate e l’imbarazzo,
ogni mamma è andata a controllare il proprio figlio, per scoprire l’origine della diffusione.
animazioni pedagogiche
Pensi che nel tuo lavoro ci sia anche una valenza educativa?
Si sono consapevole della valenza educativa del mio lavoro. Il bambino impara giocando e la filastrocca è una fonte di memoria e conoscenza.
In questo ultimo anno, dove tutte le nostre abitudini consolidate sono state stravolte, sei riuscito a continuare la tua missione ludica?
In questo ultimo anno, la possibilità di mettere in atto il mio lavoro è stato praticamente annullata. Sono riuscito a fare molti video che ho condiviso, specialmente durante il primo Lockdown. Ho portato a termine alcuni progetti editoriali.
Da poco è uscito il mio ultimo libro con Edizioni Corsare dal titolo “E’ vVIVA LA SCUOLA” e ora sta uscendo un nuovo disco autoprodotto che si intitola “C COME CANZONE”
che contiene nove canzoni tradizionali, arrangiate insieme al mio compagno d’avventura Alessandro D’Orazi e tre canzoni inedite, tra cui la nostra canzone di natale “TLIN, TLIN, TLIN”.
A settembre esce il nuovo audiolibro, che ho scritto insieme al mio amico Vittorio marino: “CORRADO L’ASTRONAUTA E I PIRATI DEI BUCHI”
tralestelle
In un mondo utopico immaginato da te come potrebbe essere fatta la scuola?
La scuola sarebbe all’incontrario:
Alla scuola all’incontrario
la maestra ha il diario
e ha pure la cartella,
il quaderno e la pagella
(dove i voti, fatto raro
ce li mette lo scolaro).
Se per caso fa la lagna
lei va dietro la lavagna,
mentre intanto i ragazzini,
fanno guerra a cancellini.
Per calmare il gran macello,
la lezione fa il bidello.
Fa lezione giù in cortile
con gli alunni su due file,
per giocare a nascondino,
guardie e ladri e l’assassino
ed infine acchiapparella
finché suona campanella.
Affacciata alla finestra
ha capito la maestra:
per studiare ed imparare,
c’è bisogno di giocare.
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Tra tutte le tue pubblicazioni ce n’è una alla quale sei più affezionato e perché?
Ogni pubblicazione è stata importante ed è per me un pezzo della mia vita. Sicuramente il primo libro Il bruco sognatore lo porto nel profondo del cuore, anche perché contiene le primissime filastrocche che ho scritto, nel 1998.
Ma anche il penultimo che è uscito nel 2019 e che si intitola Roma fa rima ( Palombi Editori) è molto importante, perché è il mio primo libro rivolto soprattutto ai grandi e perché le illustrazioni le ha fatte un altro mio grande amico, Fabio Magnasciutti.
Grazie alla tua attività hai modo di vedere i bambini sotto un’altra veste rispetto a come li vedono gli altri: hai qualche consiglio da dare agli educatori/genitori, sulla base di ciò che vedi ogni giorno nel tuo lavoro?
Non bisogna usare i microfoni e l’amplificazione. La voce che esce dalla bocca e non dalla cassa è molto più efficace e vera. Poi certo, quando ci sono duecento bambini, allora si può usare. Ma con pochi bambini NO!!!
fifastrocca
Se tu incontrassi Massimiano Maiucchi bambino a una delle tue feste che gioco gli faresti fare?
Un gioco a coppie: io e lui
Filastrocche-per-bambini-Massimiliano-Maiucchi
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               Chiara Gasperini
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