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I colori della terra: intervista a CARLO ROMITI

Percorsa una strada sterrata dove la campagna toscana tutt’intorno dà il meglio di sé, arriviamo alla casa dell’artista. Una casa antica, che racconta di un diverso rapporto con le cose e con l’ambiente, dove le vecchie pietre si integrano perfettamente a tutto il resto, non c’è scarto ma armonia tra opera dell’uomo e ambiente naturale.

Per prima cosa, l’artista, dopo averci salutati, libera i suoi due bellissimi cavalli, uno scuro e uno baio, aprendo la pesante porta della stalla. Subito i cavalli corrono sulle colline. Un cane ha voglia di giocare con loro e li segue abbaiando.

L’aria mite di una mattina di luglio, le criniere dei cavalli liberi al galoppo e due cani felici già potrebbero essere ingredienti più che sufficienti a riempire di bellezza una giornata ma c’era ancora molto altro.

Carlo Romiti ci accoglie con un autentico senso dell’ospitalità e ci conduce nel suo studio.

Prima di entrarvi, io e Luca Doveri attraversiamo una stanza più piccola dove sono custodite selle di vario tipo e materiale per l’equitazione che l’artista pratica da sempre.

Casa dell'artista: luglio 2018
Casa dell’artista: luglio 2018 – foto di Luca Doveri

Romiti dipinge con le terre che raccoglie personalmente nella campagna tra San Gimignano e Volterra e che poi utilizza sulle sue tele dopo averle rese disponibili in varie modalità e con tecniche naturali.

Nel suo studio, su mensole alle pareti, sono esposti vasi di vetro pieni di terra delle più sottili sfumature di marrone ma anche nel nero o nel blu di lapislazzuli. La terra, a saperla scegliere, offre una gamma cromatica incredibile che va dal rosso all’ocra al nero, attraverso i diversi verdi e i grigi quasi azzurri. Nella grande e luminosa stanza sono sistemate diverse sculture perché Romiti è pittore ma anche sculture e regista teatrale.

Questo straordinario artista dipinge soprattutto animali come tori, cervi, cavalli in una modalità che ricorda i graffiti degli uomini preistorici. Questi animali così rappresentati sono senza tempo. Chi li guarda sulla tela, può sentire quanto la loro natura sia vicina alle nostre profondità interiori, fatte di istinto e di impulsi selvaggi. Potrei definirli archetipi, forme originarie.

luna crescente
luna crescente

Romiti ci invita a riappropriarci della nostra natura indomita che troppe volte, in nome di falsi idoli addomestichiamo con spietata violenza. Così come la scena dei cavalli forti che galoppano senza sella, liberi sulla collina, le opere di questo artista liberano l’osservatore e lo riavvicinano all’elemento che ci unisce e ci nutre, la terra.

Studio dell'artista: sfumature di terre
Studio dell’artista: uno scaffale con alcuni colori – foto di Luca Doveri

 

Carlo Romiti si occupa anche da molti anni di teatro, dal 1987, infatti, dirige il Laboratorio Teatrale del Centro Arti Visive del Comune di Certaldo che prendendo spunto dalle opere di Giovanni Boccaccio, realizza spettacoli di carattere contemporaneo.

Tra le sue svariate attività ricordo i corsi sulle tecniche pittoriche per la sezione didattica del Museo degli Uffizi a Firenze e al Museo di Preistoria di Firenze.

Romiti, nel lontano 1988, ha collaborato alla realizzazione di Mercantia e a intitolare proprio con questo nome il festival di teatro di strada e artigianato che si svolge ogni anno a Certaldo Alto nel mese di luglio e che in questi trent’anni è naturalmente cambiato più volte rispetto al progetto originale.

Per conoscere la biografia e le opere di questo artista vi invitiamo a visitare il sito:

http://www.carloromiti.it/

Toro: luglio 2018
opere in lavorazione: luglio 2018

 

 Tra le varie forme artistiche a cui ti dedichi quale ti rappresenta maggiormente?

Mi piace giocare con quello che faccio, intendendo per gioco una cosa per nulla superficiale. Ci sono tante cose che mi appassionano e dedicarmi all’una o all’altra vuol dire dare ordine a quello che mi piace, ogni arte ha le sue grammatiche da seguire. Resta molto importante alimentare il senso del gioco e farlo con il cuore.

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Come è nata la tua passione per la terra?

Sono sempre stato in mezzo agli animali e alla natura. Mio padre era un veterinario, mio nonno era un medico e l’altro mio nonno domava i cavalli da solo. Fin da piccolo andavo con mio padre a fare le visite agli animali da una campagna all’altra. Sono sempre stato attratto dalla terra e credo che quando l’uomo inquina il suo ambiente e non rispetta la terra fa male prima di tutto a sé stesso e a ciò che lo sostenta.

paesaggio ocra
paesaggio ocra

Come hai iniziato a dipingere?

Mio nonno medico amava disegnare con una penna che ancora conservo e nella mia famiglia non era stato il solo a avere la passione per il disegno. Insomma in casa Romiti c’era una voglia latente di fare il pittore. Io stesso disegnavo continuamente, anche a scuola, mentre i professori spiegavano o quando tornavo dalle visite fatte con mio padre a casa poi disegnavo gli animali che avevo visto. Frequentavo il liceo classico ma davanti al greco e al latino non provavo entusiasmo finché, un giorno, avendolo capito, mio padre mi disse: “Un po’ di greco e di latino l’hai fatto, ora vai!” Così mi iscrissi all’Accademia di belle Arti di Firenze e iniziai a confrontarmi davvero con il mondo dell’arte.

in opera
in opera

Ci sono state particolari fonti d’ispirazione?

Sapere che ancora oggi raccolgo le terre nelle stesse campagne di Cennino Cennini  e riprodurne anche le modalità di lavorazione è per me davvero ispirante. Anche lui, si capisce che univa la tecnica al piacere di quello che faceva. Si tratta di armonizzare e unire la cultura e l’istinto.

toro bianco
toro bianco

Cosa accomuna le tue opere pittoriche a quelle di Lascaux o Altamira?

La terra e gli animali ma soprattutto l’emozione. Comunicare qualcosa che ha colpito profondamente è anche comunicare sé stessi. Il lavoro da fare, in tutte le arti, è permettere alla propria autenticità di prendere corpo.

Ti senti capito dal pubblico?

Inizialmente le mie opere erano apprezzate maggiormente all’estero, negli ultimi anni, anche in Italia.

cavallo
cavallo

Quali artisti ammiri di più?

Ce ne sono davvero molti. Sono attratto soprattutto da chi fa qualcosa di autentico, che parte dal suo cuore e non ricerca la novità fine a sé stessa o il sensazionalismo d’effetto. Ricordo di essere rimasto molto colpito, anni fa, dagli animali di Picasso, in una mostra a lui dedicata. Ma anche da certe opere di Mario Sironi. A volte, basta anche una semplice campitura, che può bastare a raccontare tutto il lungo lavoro di ricerca.

Gli animali che disegni sono frutto di fantasia o sono rappresentazioni esatte di qualcosa di visto nella realtà?

L’arte è un atto d’amore. Fin da bambino mi sono abituato a disegnare gli animali che vedevo. Ancora oggi vedo animali tutti i giorni perché la posizione di questa casa me lo permette. Lupi e cinghiali. Li vedo anche nelle loro dimensioni più vere. L’animale che poi disegno è allora filtrato dalla memoria.

cinghiale
cinghiale

Quali pensi possano essere validi criteri per avvicinare i bambini all’arte?

Nel mio lavoro con i bambini e con gli insegnanti ho sempre cercato la semplicità. Mettere i bambini davanti a cose elementari consente loro di iniziare gradualmente a padroneggiare il loro saper fare e sentirsi competenti da lì poi, verrà naturalmente fuori la voglia di sperimentare. I bambini sono naturalmente attratti dalla terra, un elemento che ci chiama da sempre a toccarlo, modellarlo, guardarlo. Il contatto con la materia è essenziale. Riempire di colore un foglio o tracciare una lunga e grossa linea da una parte all’altra del foglio con un pennello può già essere un’esperienza significativa che fa acquisire autostima al bambino e lo solleva dalla paura dello spazio bianco. Determinante è il ruolo dell’insegnante che deve essere preparato, deve conoscere la storia dell’arte e soprattutto è fondamentale che sia appassionato perché solo così potrà accendere anche la passione dei bambini.

Un messaggio per concludere l’intervista?

Non prendersi troppo sul serio che non vuol dire essere superficiali ma significa, per me, essere noi stessi, fare con il cuore. La spasmodica ricerca della novità e del sensazionalismo non alimentano un’espressione artistica autentica.

Toro su sfondo rosso
Toro su sfondo rosso

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista: LUCA DOVERI “Crescendo tra favole e meditazione”

 

Luca Doveri è uno scrittore toscano che si è formato fin da giovanissimo nel campo del massaggio e della crescita personale. La scrittura, per questo artista, non è solo evasione dalla realtà ma possibilità di costruzione di nuovi punti di vista sul mondo, trasformazione, sviluppo di nuove libertà di essere e di esistere.                                                                                                   I destinatari privilegiati dei suoi racconti sono i bambini ma anche gli adulti potranno attingere dalle sue narrazioni.

Salone Internazionale del libro di Torino, 18 maggio 2017
Salone Internazionale del libro di Torino, 18 maggio 2017

Numerose esperienze di vita, lavorare come massaggiatore olistico, viaggi in oriente e periodi di vita all’estero,  hanno consentito a Luca Doveri di approfondire la conoscenza dell’animo umano e di dare forma ai personaggi dei suoi libri.

Viaggia e visita nuove terre umano errante e l’anima s’arricchirà di emozioni, colori e poesia fino a che non capirai la vita e la sua magica alchimia.                                                                                                                                                                                “La piramide dei desideri”                               

La forza positiva che scaturisce dalla sua narrazione nutre l’ottimismo e la forza del lettore che viene così invitato a trovare nuove soluzioni e a cogliere il meglio che l’esistenza possa offrire.

La lettura apre le finestre che si affacciano sull’anima del lettore.                                                                                                                                                                              “Teseo e la Vespa parlante”

Chi legge potrà trovare nei libri di Luca Doveri uno spazio dove far crescere ottimismo, pace e armonia. In un modo semplice ma profondo sono i grandi temi dell’esistenza che vengono toccati dalle sue storie.

La Nazione, martedi 16 maggio 2017
La Nazione, martedi 16 maggio 2017

Ogni paura esiste solo fino a quando la si affronta e la si comprende.
E’ allora che perde tutta l’energia che le si era attribuita e non diventa altro che una piccola goccia d’acqua nel palmo della nostra mano
                                “La piramide dei desideri”

I personaggi e le storie di Luca Doveri ci invitano a riscoprire il bambino che in noi è ancora in grado di cogliere la magia della vita e la meraviglia di esistere. I libri di Luca Doveri sono ricchi di spunti, sogni e intuizioni, scritti in una forma narrativa accattivante, diretta, agile e piena di emozione.

Il pensare colorato e con gioia è il gesto di maggior riconoscenza che possiamo 
avere verso colui che ci ha donato la possibilità di pensare.           La stella della fantasia

La pagina facebook di questo originale scrittore è ricchissima di contenuti, uno spazio prezioso dove la magia della lettura comincia a diventare un viaggio fuori e dentro se stessi: https://www.facebook.com/l.doveri

Dove trovare i libri di Luca Doveri: https://www.amazon.it/Luca-Doveri-Libri/s?ie=UTF8&page=1&rh=n%3A411663031%2Ck%3ALuca%20Doveri

Chiara: quando hai scritto il tuo primo libro?

Luca: ho iniziato a scrivere nel 2005 quando Lina Talarico, una cara amica che fa la maestra nella scuola primaria cercava libri di favole per bambini da poter leggere in classe.  Le sue ricerche quella mattina non andavano a buon fine e io scherzando, le proposi che avrei scritto qualcosa per lei! Fu così che scrissi la prima favola “Mogul la farfalla fantastica”. Lina lesse la favola in classe dicendomi che era piaciuta molto ai bambini, così si può dire che ho iniziato per caso, anche se nulla inizia per caso. I bambini ne fecero disegni e commenti positivi. Ricordo ancora la felicità mia e di Lina nel vedere i bellissimi disegni della farfalla che rappresentavano emozioni e pensieri dei bambini. Incoraggiato anche da Lina ne scrissi un’altra e poi un’altra ancora arrivando a dieci: nacque così il mio primo libro “La stella della fantasia”.

Mi è sempre piaciuto scrivere pensieri e poesie ma la mia passione si è davvero concretizzata in questa prima occasione.

Nello stesso periodo scrissi un altro libro: “La piramide dei desideri” rivisto poi in diverse parti nel 2013, prima di pubblicarlo. Il libro racconta la storia di Iseo, un bambino che con l’aiuto di un pappagallo scala una piramide di erba affrontando prove e indovinelli sul significato della vita. Nel 2015 ho poi scritto un libro per la Fondazione Piaggio. La storia racconta di una vespa volante e parlante che accompagna un bambino in una avventura attraverso i cieli della Terra.

"Teseo e la vespa parlante", Fondazione Piaggio, illustrazioni di Maddalena Carrai
“Teseo e la vespa parlante”, Fondazione Piaggio, illustrazioni di Maddalena Carrai

Chiara: una vespa e un bambino…

Luca: la Fondazione Piaggio di Pontedera mi aveva proposto di scrivere una storia per bambini che avesse come protagonista una vespa. Vivevo a Londra, all’inizio non è stato facile, poi dopo un paio di settimane mentre ero a scrivere in uno Starbucks vicino a Wimbledon mi è nata l’idea del libro e il suo titolo: “Teseo e la Vespa parlante”.                               Il racconto inizia con una scolaresca di bambini che vanno in visita al museo della Vespa di Pontedera e lì un bambino rimane attratto da Mafalda, una vespa celeste che gli parla, invitandolo a salire in sella. Lasciata la scolaresca a terra, i due volano via arrivando in India dove incontrano amici, altre Vespa, animali parlanti e Saggioluce, il buffo guardiano di un magico lago sull’Himalaya che aiuterà i nostri protagonisti a salvare la Terra.

Il personaggio Saggioluce, "Teseo e la vespa parlante", illustrazione di Maddalena Carrai
Il personaggio Saggioluce, “Teseo e la vespa parlante”, illustrazione di Maddalena Carrai

Chiara: nei tuoi libri si vedono bellissime illustrazioni, come si crea per te la collaborazione con l’illustratore?

Luca: prima scrivo la storia, poi insieme a chi disegna e all’editore decido quante illustrazioni fare, cercando i punti più salienti, quei momenti del racconto che ci sembra più giusto abbinare a un’illustrazione. Chi disegna spesso mi aiuta a vedere sotto altri punti di vista la storia, perché tutti siamo colpiti da aspetti diversi del racconto.                                            I primi due libri editi da ArtEvenBook sono stati illustrati a matita da Anna Lisa Gneri, una mia cara amica di Pontedera, una magica persona con un forte amore per i colori e una grandissima pazienza, è anche grazie a lei se sono arrivato alla pubblicazione dei miei primi due libri.                                                                                                                                                                      Il libro sulla Vespa e il prossimo in uscita ad Ottobre edito da Edigiò sono stati illustrati da Maddalena Carrai in digitale, il primo libro sulla Vespa è stato ideato da me e Maddalena nel 2015 senza incontrarci, io in quel periodo vivevo a Londra e lei a Livorno; Maddalena è quel genere di artista che non ha bisogno di tante parole, appena legge riesce in poco tempo a immaginarsi l’illustrazione più adatta.

Chiara: di cosa parlano i tuoi libri?

Luca: avendo un passato da operatore olistico ed essendo un amante di tutta la psicologia e delle filosofie orientali, quando ho iniziato a scrivere, ho cercato di canalizzare tutti questi insegnamenti ed esperienze nelle mie storie.                                                                                         Pur essendo favole sono portatrici di tutti i miei vissuti. Prima di ogni capitolo inizio sempre con un aforisma psico-filosofico rivolto agli adulti. Il breve incipit riprende il contento del capitolo che seguirà, è uno stile che ho utilizzato in tutti i libri tranne in quello della Vespa. Penso che l’ottanta per cento di ciò che c’è scritto nelle mie favole venga da questo background formativo olistico che, anche se non viene colto subito, arriva nella mente del lettore. Cerco sempre di far affiorare un senso, una morale psico-filosofica da quello che scrivo. Tutte le favole hanno un potenziale in questo senso, così quando scrivo cerco il più possibile di accompagnare l’immaginazione del lettore oltre la semplice lettura d’intrattenimento. Per questo amo definire come “favole psicologiche” quello che scrivo. Ovviamente ci possono essere molti livelli di interpretazione, tanti quanti sono i lettori e questo è anche il bello della lettura. Tuttavia cerco sempre di inserire significati profondi come per esempio nel secondo libro che ho scritto “La Piramide dei desideri”.                Il libro parla di un bambino che scala una piramide di erba; da un punto di vista più profondo, l’attraversamento dei sette piani rappresenta il superamento di sette livelli psicologici verso l’evoluzione e la comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda.

"La stella della fantasia" e "La piramide dei desideri" al Salone internazionale del libro di Torino, 18 maggio 2017, illustrazioni di Anna Lisa Gneri
“La stella della fantasia” e “La piramide dei desideri” al Salone internazionale del libro di Torino, 18 maggio 2017, illustrazioni di Anna Lisa Gneri

Chiara: ti va di lasciarci un messaggio in particolare, qualcosa da dire ai bambini.

Luca: più che dire, direi trasmettere. I bambini sono magici, bisogna avere più calma di vedere questa magia in loro e riuscire così a trasmettergli le modalità per mantenerla viva negli anni. Quando riusciamo a fare questo la parte magica e creativa rimane in loro accompagnandoli verso la libertà di pensiero nella loro vita.                                                                 La tecnologia ha i suoi vantaggi basta che non sostituisca la sana creatività che realizza ciò che prima è stato nell’immaginazione. Questa estate ho pensato di scrivere proprio un libro che tratti questi cambiamenti tecnologici che ci sono stati negli anni nel mondo dei bambini, se uno di questi giorni mi viene l’intuizione giusta lo inizio a scrivere. Ci penso sempre bene prima di iniziare a scrivere perché nelle parole c’è molta responsabilità, specialmente nella letteratura per l’infanzia. I bambini sono tutti un terreno fertile su cui piantare. Le parole che usiamo per i bambini hanno una grandissima importanza.                    I genitori e chi lavora con i bambini è giusto che sappiano che le parole sono energia in grado di agire nei pensieri; sia quelle dei libri che si comprano ai figli sia quelle che si dicono a voce hanno tutte una grande potenza sullo sviluppo delle nuove generazioni. Siamo in un periodo storico di grandi cambiamenti sotto tutti i punti di vista, alcuni cambiamenti sono visibili altri meno, tuttavia ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa per aiutare la Terra dove siamo nati. Così mi sono chiesto cosa potessi fare per migliorare questo mondo e un giorno ho riflettuto su una frase del Dalai Lama:                                                                                                                                                                                                                                               “Se ad ogni bambino di 8 anni venisse insegnata la meditazione,                                             riusciremmo ad eliminare la violenza nel mondo entro una generazione”

Io in verità conoscevo già la meditazione, l’avevo imparata e sperimentata su di me nel corso degli anni, così ho avuto un’intuizione: unire tutti gli insegnamenti ricevuti con le favole che scrivo. Le favole sono uno straordinario mezzo attraverso il quale i bambini possono chiudere gli occhi iniziando a usare la loro immaginazione e, se guidati da qualcuno, possono anche riuscire a meditare e rilassarsi in un modo davvero sorprendente. Così, nel 2016 ho iniziato a diffondere dei progetti unendo il rilassamento e la meditazione con la lettura di favole nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole elementari. Gli incontri sono sempre stati sopra le mie aspettative dato che i bambini sono molto più veloci, spontanei e naturali degli adulti. La cosa più bella è vedere i disegni delle immagini che riescono a vedere durante i momenti di rilassamento a occhi chiusi. In più, in seguito, sono diventato istruttore MISA, un’associazione internazionale che promuove il massaggio tra bambini e le buone relazioni nelle scuole di tutto il mondo. Io, nel ruolo di istruttore, insegno alla maestra i quindici movimenti che costituiscono il protocollo di massaggio. I bambini guardando imparano e poi lo ripetono tra loro senza che nessun adulto tocchi direttamente i bambini. Ho conosciuto di persona la fondatrice Sylvie Hétu e ammetto che ha creato un protocollo davvero geniale per favorire le buone relazioni e una nuova modalità di interagire e comunicare.

Chiara: Luca, ci racconti una curiosità della tua infanzia?

Luca: ti racconterò una cosa originale, Luca da bambino sentiva un forte legame con Bruce Lee, il noto attore praticante di arti marziali, senza sapere tanti perché ho sempre voluto una sua foto in camera mia. Durante la vita ho cercato delle risposte e dopo anni ho capito che Bruce era prima di tutto un grande culture della filosofia e della psicologia; evidentemente da bambino sono rimasto affascinato dal suo modo di unire la profondità delle arti marziali con l’amore per la vita e la filosofia. Negli anni ho anche praticato diverse arti marziali fino a quando ho scoperto il Wing Tsun, senza sapere che è lo stile che Bruce Lee praticò da ragazzo. Rientrato da Londra in toscana pochi mesi fa ho conosciuto Niccolò Taliani, un maestro che insegna Wing Tsun a grandi e piccini. Riconosco in lui, come riconobbi in Bruce Lee, anche un grande amore per la filosofia e la psicologia e chissà, magari in futuro faremo qualcosa insieme per i bambini unendo meditazione, favole e Wing Tsun, potrebbe essere per loro una straordinaria opportunità di crescita a 360 gradi.

Chiara: progetti futuri?

Luca: a Ottobre pubblicherò il mio quarto libro per grandi e piccini “Volami Accanto”, edito da Edigiò. Sarà una magica storia tra un bruco e una formica ambientata in una casa. Un racconto di un’amicizia impossibile che attraverso una serie di colpi di scena ci dimostrerà i valori e la potenza dell’amicizia.                                                                     Attualmente sto lavorando anche ad altri tre libri:                                                                               – Una storia che parla di un bambino, di una coccinella e dei sette segreti della fortuna. Sarà un testo per grandi e piccini completamente innovativo contenente una favola abbinata a dei giochi psicologici.

– Un libro scritto a quattro mani con Vanessa Salmoiraghi, una cara amica di Milano. Sarà un testo di favole guidate abbinate a un dvd, un’avventura sciamanica fra un bambino e un’aquila, contenente rilassamenti da leggere o ascoltare ad occhi chiusi.

– Un libro che attraverso una favola spiega ai bambini l’importanza del presente, contrapposto ad un lontano passato e a un lontano futuro.

La Nazione, mercoledi 22 febbraio 2017
La Nazione, mercoledi 22 febbraio 2017

Una bella notizia del 2017:

Il libro “La Stella della Fantasia” è arrivato grazie a un angelo chiamato Michela in Africa nel villaggio di Ve Deme, Ghana, come regalo a un gruppo di bambini che stanno aspettando la costruzione di una scuola.                                                                                                                                Per leggere l’articolo: http://www.michiwipi.com/2017/08/15/la-stella-della-fantasia/

 

Luca Doveri e due delle sue opere
Luca Doveri e due delle sue opere